Heat: “mobilità attiva” e risparmio economico

copertina della guida di HeatSonja Kahlmeier - Università di Zurigo. Heat project core group, project co-leader

7 febbraio 2012 - Uno dei compiti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è di indicare ai governi centrali e locali soluzioni al problema dell’inattività fisica della popolazione basate su evidenza scientifica e realisticamente perseguibili. Tra i campi di lavoro individuati spicca la promozione dell’esercizio fisico e dello sport nella scuola, nel tempo libero e in altri contesti, tema a cui è stato dedicato il documento “Promoting sport and enhancing health in European Union countries: a policy content analysis to support action” (pdf 1,8 Mb) pubblicato nel 2011 dall’Oms Europa (leggi in proposito il commento di Francesca Racioppi – Direttore a.i. Centro Oms Ambiente e Salute di Roma) e trattato anche nel libretto Oms Physical activity and health in Europe: evidence for action (tradotto in italiano Attività fisica e salute in Europa. Conoscere per agire). L’area di lavoro più promettente, tuttavia, è quella che si propone di introdurre nuovamente l’attività fisica all’interno delle azioni della vita quotidiana, soprattutto quelle connesse agli spostamenti delle persone durante la giornata per andare al lavoro, a scuola, a fare la spesa, dagli amici o dai parenti.

Uno dei parametri che sono più attentamente considerati dai tecnici del settore dei trasporti e della mobilità, interlocutori privilegiati in questo caso, è quello economico. Finora però i costi e benefici dalla collettività in termini di salute non sono stati sufficientemente messi a fuoco. Ma è possibile associare un valore economico ai benefici sulla salute che derivano dalla “mobilità attiva” (quel tipo di mobilità che vede le persone prendere parte attivamente al proprio spostamento, per esempio camminando o pedalando)? E perché è utile farlo?

Ripensare la mobilità significa intervenire in modo duraturo sulla vita della maggior parte della popolazione. Differenti modalità di trasporto hanno però diverse conseguenze sulla collettività: effetti sociali, sulla salute e sull’ambiente. Valutare questi effetti è dunque fondamentale per definire politiche di mobilità basate realmente in modo completo sull’evidence, anche per quanto riguarda gli aspetti della salute. È per questi motivi che, sotto il coordinamento dell’Oms Europa, nel 2007 è stato avviato il progetto Heat (Health economic assessment tools) volto a sviluppare un metodo efficace e uno strumento pratico per stimare il risparmio economico derivante da una riduzione della mortalità legata a una maggiore diffusione del camminare e dell’usare la bicicletta in modo regolare. Heat utilizza parametri di base che si possono in parte adattare a situazioni distinte all’interno di un contesto specifico. La domanda a cui risponde è: se x persone camminano o percorrono in bici una distanza y su più giorni, qual è il valore economico prodotto dai miglioramenti osservati nel tasso di mortalità?

Il potenziale della mobilità attiva urbana all’interno dei Paesi europei è molto grande ma affinché si possa sviluppare pienamente sono necessarie partnership efficaci e alleanze durature tra il settore salute e quelli dell’urbanistica e dei trasporti. Ad oggi, infatti, sono ancora molto pochi i casi in cui l’aspetto relativo alla salute viene considerato quando si tratta di programmare provvedimenti e strategie sulla mobilità.

Alcuni Paesi del nord Europa, quelli appartenenti al cosiddetto Nordic Council (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia) hanno sviluppato un lavoro pionieristico nel provare a valutare i costi complessivi e i benefici di infrastrutture che prendono in considerazione gli aspetti di salute. Il progetto Heat si è basato proprio su questo lavoro, ha affrontato le domande poste dal Nordic Council ma ha utilizzato un approccio metodologico esaustivo.

Come funziona Heat

segnale stradale per pista ciclo-pedonaleUna delle particolarità di Heat è che, pur essendo uno strumento di sanità pubblica, per definire un criterio in grado di valutare la salute (o la vita), non utilizza unità di misura tipiche degli studi epidemiologici come i Dalys (Disability Adjusted Life Years, anni di vita persi a causa della disabilità) ma il parametro maggiormente usato nel settore dei trasporti: il “value of a statistical life” (Vsl). Quest’ultimo rappresenta la disponibilità di un determinato campione di popolazione (per esempio le potenziali vittime) a pagare (in termini economici) per evitare un rischio specifico (per esempio un incidente di macchina) in base all’aspettativa di vita statistica. In altri termini, il Vsl indica il tasso al quale le persone sono disposte a cedere una parte del proprio reddito per ottenere una riduzione del rischio. È un dato fondamentale per capire i benefici sanitari relativi a una determinata politica ambientale.

Come descritto nel manuale “Health economic assessment tools (Heat) for walking and for cycling. Methodology and user guide. Economic assessment of transport infrastructure and polizie” (pdf 2,3 Mb), pubblicato a fine 2011 dall’Oms Europa, il tool è pensato per un’ampia gamma di professionisti, oltre a quelli della sanità, sia a livello nazionale che locale: decisori nel settore dei trasporti, ingegneri del traffico, gruppi di interesse, economisti della salute, esperti di attività fisica e di promozione della salute. È importante ricordare che Heat non può essere applicato in ogni situazione. È stato infatti, progettato per valutare comportamenti abituali a livello di popolazione adulta, non deve essere usato per stimare singoli eventi, bambini e situazioni individuali. Lo strumento può risultare però decisamente efficace per esempio in fase di progettazione di una nuova infrastruttura connessa all’andare in bicicletta o al camminare, per stimare la riduzione di mortalità relativa a certi livelli (passati o presenti) di mobilità attiva, per fornire stimoli all’elaborazione di una valutazione economica più esauriente o per eseguire previsioni relative all’impatto sulla salute.

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