Il programma Azioni a Venezia
Alberto Arlotti, Patrizia Beltrami - Servizio sanità pubblica, Direzione generale sanità, Regione Emilia-Romagna
15 giugno 2012 – Negli ultimi cinque anni, un gruppo di lavoro, eterogeneo e forse proprio per questo efficace, ha portato avanti sotto la guida della Regione Emilia-Romagna un percorso volto a identificare, mettere a punto e sperimentare strategie e metodologie di intervento dedicate alla promozione dell’attività fisica.
Il programma Azioni, questo il nome che ad oggi tiene insieme tre diversi progetti, rappresenta un’esperienza importante per la costruzione di un moderno sistema di prevenzione incentrato sull’ambiente urbano e disegnato sui grandi fattori di rischio emersi negli ultimi anni. Dal 2007 ad oggi, infatti, la Regione Emilia-Romagna ha impostato attraverso una successione di tre progetti Ccm, condotti secondo il metodo della “progettazione partecipata”, un percorso di approfondimento di aspetti chiave teorici e pratici per lo sviluppo di un sistema di contrasto alla sedentarietà nei luoghi di vita urbani.
È portando questa esperienza e descrivendo questa evoluzione (concettuale e reale) di lavoro che il programma Azioni parteciperà attivamente alla seconda manifestazione nazionale di Guadagnare Salute, prevista a Venezia il 21 e 22 giugno.
L’evoluzione del Programma Azioni
Il progetto Ccm “Promozione della attività fisica – Azioni per una vita in salute” (2007-2010), condotto in collaborazione con Piemonte, Veneto, Toscana, Marche, Puglia, Oms e Associazione Camina, si è focalizzato sul Servizio sanitario nazionale e regionale (Ssn/r) al fine di proporlo come elemento trainante e naturale leader culturale dell'azione sul territorio. Ha affrontato il tema delle Reti, delle basi metodologiche di intervento che sono state messe a punto anche progettando e avviando progetti sperimentali nella comunità e nell’ambiente costruito.
Il progetto Ccm “Piano di comunicazione ai decisori dei contenuti di salute di una vita attiva” (2010-2013), condotto con la collaborazione delle Regioni Piemonte e Veneto, dell’Università di Bologna e dell’Agenzia di editoria scientifica Zadig, è incentrato sulla figura dei decisori dei principali settori della società che impattano sull’attività fisica dei cittadini (politico-amministrativo, trasporti, pianificazione territoriale e sanità). L’obiettivo è trovare strumenti di comunicazione capaci di rendere i decisori consapevoli dell’importanza della attività fisica per la salute della comunità. Questa consapevolezza costituisce il necessario presupposto per una politica intersettoriale, l’unica realmente efficace secondo la letteratura, per promuovere l’esercizio fisico.
Il progetto Ccm “Una Rete di Azioni per rendere operativa la Carta di Toronto” (2012-2014), condotto con la collaborazione delle Regioni Piemonte, Veneto, Toscana, Marche, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna, dell’Oms e dell’Unione italiana sport per tutti è rivolto ai Ssr e ai settori della società maggiormente interessati e si propone di approfondire aspetti teorici e pratici di alcuni contenuti importanti della Carta di Toronto che non sono stati ancora sufficientemente messi a fuoco nell’azione: equità, partnership, determinante ambientale, fund rising.
Qualche considerazione
Una riflessione su questi anni di lavoro non è completa se non si pone l’attenzione anche sul periodo storico che l’Italia sta vivendo dal punto di vista della sanità pubblica. Il sistema di prevenzione si sta piano piano evolvendo, aggiungendo pezzi al puzzle generale. Dall’essere incentrato su fattori di rischio che nel nostro Paese sembrano ormai adeguatamente controllati (sottonutrizione, inquinamento aria indoor, acqua potabile, fognature, igiene dell’abitato, contrasto delle malattie infettive, ecc.) è passato a ruotare attorno a fattori di rischio del tutto nuovi (fumo di tabacco, inattività fisica, cattiva alimentazione, abuso di alcol, qualità dell’aria outdoor, incidenti stradali, ecc), spesso legati agli stili di vita. Inoltre, mentre prima la sanità “supervisionava” tutti gli ambiti della società che erano coinvolti nella tutela della salute, in modo da responsabilizzarli direttamente sui temi di salute a loro propri, ora deve necessariamente avere un approccio intersettoriale per informare e rendere responsabili tutti i settori coinvolti nella promozione della salute.
È ormai evidente da tempo, infatti, che per intervenire in modo efficace sulla salute di una popolazione è necessaria una nuova politica pubblica per la salute che coinvolga, in modo sinergico e con un approccio multistakeholder tutti i portatori di interesse. Il Programma Azioni si sta muovendo in questa direzione adottando in pieno le strategie internazionali di “salute in tutte le politiche” e “Guadagnare salute”.