dati epidemiologici

Salute degli italiani: il quadro dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare

Valutare la salute cardiovascolare della popolazione generale adulta in Italia: questo l’obiettivo alla base del progetto che da quasi vent’anni l’Istituto superiore di sanità, l’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) e la Fondazione per il tuo Cuore-Heart Care Foundation portano avanti su tutto il territorio nazionale. Nell’ambito dell’accordo di collaborazione firmato nel 2003 e rinnovato nel 2013, è stato realizzato l’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare che, grazie a due indagini (1998-2002 e o 2008-2012), ha permesso di raccogliere dati importanti sullo stile di vita (tra cui l'attività fisica), i fattori di rischio, la prevalenza delle condizioni a rischio e la prevalenza delle malattie cardiovascolari nella popolazione italiana e ha consentito di valutare le variazioni degli stessi fattori e indicatori a distanza di 10 anni.

I numeri: dati locali

I dati sistematicamente raccolti a partire dal 1982 dall’Istituto di medicina dello sport di Torino (Imsto), nell’ambito di un programma di controlli medici e funzionali per i bambini di 10-12 anni che frequentano il primo anno delle scuole medie cittadine, offrono un’interessante visione sull’evoluzione di stato di salute, efficienza fisica, abitudini e pratica sportiva di ragazzi e ragazze in un grande centro urbano.

I numeri: in Europa

In Europa, la sedentarietà, è causa di circa 600 mila decessi annui, con una percentuale che oscilla tra il 5 e il 10% del totale della mortalità a seconda del Paese, e la perdita di 5,3 milioni di anni di vita in buona salute.

I numeri: nel mondo

A livello globale, l’Oms stima che l’inattività fisica è causa, ogni anno, di 1,9 milioni di decessi poiché è uno dei fattori di rischio modificabili delle più comuni malattie non trasmissibili) che provocano il 60% di tutti i decessi e il 47% del peso globale delle patologie, bilancio destinato ad aumentare per il 2020 quando dovrebbe raggiungere rispettivamente il 73% e il 60% (Global heal

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