Se lo sport non basta
Maurizio Gottin - responsabile S.S.D. Medicina sportiva Asl TO4
4 marzo 2013 - Nell’ambito della visita medico sportiva per l’idoneità alla pratica agonistica vengono rilevati sistematicamente anche il peso e la statura. Presso la Medicina Sportiva dell’Asl To4, un programma informatizzato di gestione delle visite permette di calcolare automaticamente da questi dati il valore dell’indice di massa corporea (Imc) e di confrontarlo con le griglie di valutazione corrette per l’età.
A partire dal 2009, al termine di ogni anno, è stata effettuata una elaborazione dei dati raccolti su bambini di età compresa tra 8 e 12 anni (maschi e femmine), visitati per l’accertamento dell’idoneità alla pratica dello sport agonistico. Ciò consente di valutare la prevalenza di soggetti normopeso, sovrappeso e obesi confrontando tra loro età, sesso e anno della visita. Questi dati, inoltre, possono essere paragonati a quelli relativi alla popolazione generale (non solo sportiva), di pari età, rilevata da sorveglianze come OKkio alla Salute e Hbsc (Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare), o da programmi di screening in corso.
I bambini visitati dalla Medicina Sportiva dell’Asl To4 sono stati 1627 nel primo anno della rilevazione e 1446 nell’ultimo. I maschi praticanti sport sono più numerosi delle femmine ma, tra il 2009 e il 2012, la differenza si è ridotta fin quasi ad annullarsi (2009: M=55,6% e F=44,4%; 2012: M=50,5% e F=49,5%). Nei bambini sportivi si è rilevato un aumento dei soggetti sovrappeso e obesi dal 21,2% (2009) al 24,6% (2012); tra questi soggetti con problemi di peso, nello stesso periodo di tempo, è inoltre aumentata la percentuale di obesi (dal 3,9% al 4,9%) rispetto ai soggetti in sovrappeso.
Figura 1 e 2: Bambini/e sottoposti/e di 8–12 anni a visita idoneità sportiva agonistica nel 2012 dalla SSD Medicina Sportiva (sedi di Gassino T.se e Caselle T.se)
Pur necessitando di elaborazioni statistiche e di ulteriori analisi, questi primi dati sembrano evidenziare un peggioramento della situazione di sovrappeso e obesità infantile nella popolazione esaminata che in teoria, essendo composta da sportivi agonisti, dovrebbe rappresentare un campione selezionato di bambini praticanti esercizio fisico a un livello superiore alla media dei pari età.
Figura 3 e 4: Sovrappeso e obesità in bambini di 8-12 anni visitati (idoneità agonistica) presso la SSD Medicina Sportiva (Gassino e Caselle T.se) – Anni 2009/12
Cosa cambia nel bambino che fa sport?
Un recente lavoro pubblicato dall’Istituto di Medicina dello Sport di Torino su 160 bambini di scuole cittadine, con età sovrapponibile (8-11 anni) a quella degli sportivi visitati presso l’Asl To4, ha rilevato un’elevata percentuale di soggetti praticanti sport (80%) senza differenze significative tra i sessi. L’attività sportiva, tuttavia, si limita nella maggior parte dei casi a un paio d’ore alla settimana: a parere degli autori, questo surplus di dispendio energetico è così limitato da non poter incidere sul metabolismo generale e sull’efficienza fisica. Per ottenere sensibili aumenti del consumo di energia e miglioramenti dei parametri funzionali correlati allo sforzo fisico occorrono almeno 3 ore alla settimana di attività sportiva moderata/intensa.
Questi dati sembrano confermare che l’attività sportiva nel bambino sia importante per l’aspetto ludico e per l’acquisizione di schemi motori, ma che nella maggior parte dei casi non rappresenti un significativo incremento di sforzo rispetto alle normali attività proprie dell’età. Per contrastare la sedentarietà, il sovrappeso e l’obesità infantile è indispensabile che l’auspicabile pratica sportiva si accompagni a un’attività fisica costante e sufficientemente intensa, oltre che a un’alimentazione corretta.
Andrebbe rivisto in chiave più attuale anche il concetto di agonismo, che per i più piccoli spesso è semplicemente sinonimo di “iscrizione” a una società sportiva senza che a ciò corrisponda alcun cambiamento significativo nell’attività fisica svolta e quindi nel rischio ad essa correlato. Una moderna valutazione, specifica per ogni sport, delle caratteristiche fisiologiche e del rischio traumatologico dell’attività svolta consentirebbe di prevedere visite e accertamenti per i piccoli sportivi basati sulle evidenze scientifiche, anziché su criteri di tipo organizzativo (classe di età, tipo di campionato, ecc) o di tipo medico legale/assicurativo.