The Lancet e l’attività fisica
2 agosto 2012 – Alla letteratura internazionale dedicata all’attività fisica si è aggiunto, a luglio 2012, un importante capitolo: la prestigiosa rivista scientifica The Lancet ha infatti pubblicato una “Series” tutta incentrata su questo tema. Il documento apre con un commento di Pamela Das e Richard Horton, intitolato significativamente “Ripensare il nostro approccio alla attività fisica” che offre immediatamente la chiave di lettura del numero monografico. Esordiscono gli autori: «Questa Series sulla attività fisica non tratta di sport ma di qualcosa di più del semplice esercizio fisico. Tratta della relazione tra l’essere umano e il suo ambiente e del miglioramento del benessere umano attraverso il consolidamento di questa relazione. Non tratta del correre su una macchina guardando in uno specchio e ascoltando un iPod. Tratta dell’usare il corpo che abbiamo nel modo [preciso] per cui è stato fatto, che consiste nel camminare spesso, alcune volte correre, e nello spostarci regolarmente con modalità che ci facciano fare esercizio fisico, sia al lavoro che a casa, trasferendoci da o verso i luoghi, o durante il tempo libero nella nostra vita quotidiana».
La Series con i suoi articoli offre una nuova analisi relativa all’impatto globale della sedentarietà sulle principali malattie non trasmissibili e riesamina gli attuali livelli di attività fisica e i trend a livello mondiale. Il documento prova inoltre a spiegare il perché alcune persone dedicano parte del proprio tempo all’esercizio e altre no, analizza strategie evidence based di promozione dell’attività fisica ed esamina l’effetto (positivo o negativo) che settori diversi da quello sanitario (come per esempio i trasporti, le comunicazioni, ecc) possono avere sulla diffusione generale di uno stile di vita attivo. Termina, infine, con un articolo sulla “Pandemia della inattività fisica: una azione globale per la salute pubblica”. A sintetizzare i contenuti della Series, l’editore ha posto in copertina la seguente frase di inquadramento del fenomeno: «In considerazione della prevalenza, della portata globale e degli effetti sulla salute della inattività fisica, il problema dovrebbe essere appropriatamente descritto come una pandemia con conseguenze di vasta portata di natura sanitaria, economica, ambientale e sociale».
Consulta i singoli contributi della Series dedicata all’attività fisica:
Article
- Effect of physical inactivity on major non-communicable diseases worldwide: an analysis of burden of disease and life expectancy
I-Min Lee, Eric J Shiroma, Felipe Lobelo, Pekka Puska, Steven N Blair, Peter T Katzmarzyk, for the Lancet Physical Activity Series Working Group
In questo articolo gli autori hanno provato a quantificare l’impatto mondiale dell’inattività fisica sulle principali malattie croniche, stimando quanto queste patologie potrebbero essere evitate se la popolazione inattiva cominciasse a fare esercizio fisico e provando a valutare il guadagno che si avrebbe, a livello di popolazione, dal punto di vista dell’aspettativa di vita. Dalle stime emerge, per esempio, che se l’inattività fisica globale diminuisse del 10% o del 25% si eviterebbero rispettivamente più di 533 mila e oltre 1.3 milioni di decessi ogni anno. L’articolo è ricco di tabelle di rischio relative alle principali malattie attività-fisica-sensibili in 122 Paesi del mondo.
Series Papers
- Physical activity levels of the world's population: Surveillance progress, gaps and prospects
Pedro C Hallal, Lars Bo Andersen, Fiona C Bull, Regina Guthold, William Haskell, Ulf Ekelund, for the Lancet Physical Activity Series Working Group
Gli autori descrivono i livelli di attività fisica sia della popolazione adulta (15 anni o più di età) di 122 Paesi sia degli adolescenti (13-15 anni) di 105 Paesi. I dati mostrano che il 31% della popolazione adulta mondiale e circa l’80% dei giovani non fanno attività fisica a sufficienza. L’articolo affronta i temi più attuali della sorveglianza come: i livelli di attività riferiti e i livelli misurati, il trasporto attivo, il comportamento sedentario, l’utilizzo dei dati per l’azione. - Why are some people physically active and others not? Understanding the Correlates of Physical Activity
Adrian E Bauman, Rodrigo S Reis, James F Sallis, Jonathan C Wells, Ruth J F Loos, Brian W Martin, for the Lancet Physical Activity Series Working Group
L’articolo prova ad analizzare i fattori che concorrono a determinare il perché alcune persone sono fisicamente attive mentre altre no, informazione essenziale per pianificare interventi di sanità pubblica. Età, sesso, stato di salute ma anche fattori ambientali (forma della città, sistemi di trasporto, verde pubblico, piste ciclabili) e sociali possono influire sul livello di attività fisica di una persona. Nuove frontiere della ricerca ipotizzano poi “fattori genetici” alla base della predisposizione all’essere fisicamente attivi e “fattori evolutivi” e l’obesità alla base della predisposizione all’essere fisicamente inattivi. - Evidence-Based Physical Activity Intervention: Lessons from Around the Globe
Gregory W Heath, Diana C Parra, Olga L Sarmiento, Lars Bo Andersen, Neville Owen, Shifalika Goenka, Felipe Montes, Ross C Brownson, for the Lancet Physical Activity Series Working Group
In questo studio sono state esaminate le revisioni su interventi di promozione dell’attività fisica, pubblicate tra il 2000 e il 2011. Dall’analisi emerge che è raccomandato l’approccio informativo tipico di alcune campagne a livello di comunità e di mass media e di alcuni brevi messaggi rivolti a gruppi target specifici. Sono efficaci gli interventi che riguardano l’aspetto comportamentale, sociale e ambientale nella comunità, sul posto di lavoro, nella scuola, nello sport, nel sistema di trasporto. - The Implications of Megatrends in Information and Communication Technology and Transportation for Changing Global Physical Activity
Michael Pratt, Olga L Sarmiento, Felipe Montes, David Ogilvie, Bess H Marcus, Lilian G Perez, Ross C Brownson, for the Lancet Physical Activity Series Working Group
Sono più di 3 milioni i decessi che ogni anno sono imputabili alla inattività fisica, la maggior parte per malattie croniche in Paesi a basso e medio reddito. Per capire meglio il problema, gli autori di questo studio hanno utilizzato modelli di simulazione volti a analizzare come i trend globali della tecnologia delle comunicazioni e dei trasporti influiscono (direttamente o indirettamente) sui livelli di attività fisica delle persone. - The pandemic of physical inactivity: global action for public health
Harold W Kohl 3rd, Cora Lynn Craig, Estelle Victoria Lambert, Shigeru Inoue, Jasem Ramadan Alkandari, Grit Leetongin, Sonja Kahlmeier, for the Lancet Physical Activity Series Working Group
Gli autori hanno sintetizzato gli attuali sforzi globali rivolti a contrastare l’epidemia mondiale di sedentarietà. Appare evidente il bisogno di un approccio multisettoriale, di comunità, che agisca sui determinanti dell’inattività fisica. Da segnalare, ci sono inoltre i cinque articoli di commento inseriti in testa agli articoli scientifici che ne approfondiscono i significati e aiutano nella loro reale comprensione.
Comment
Da segnalare, ci sono inoltre i cinque articoli di commento inseriti in testa agli Article e Series Papers che ne approfondiscono i significati e aiutano nella loro reale comprensione.