World Health Day 2012: "active ageing"
6 aprile 2012 – Quando si parla di “active ageing” (invecchiamento attivo) non si fa riferimento solamente alla dimensione fisica della persona ma all’insieme degli aspetti biologici, fisiologici e sociali che permettono di partecipare in modo “attivo” alla vita economica, culturale e civica della comunità. All’invecchiamento in buona salute è dedicata l’edizione 2012 del World Health Day promosso dall’Oms il 7 aprile di ogni anno. Il motto “Ageing and health: good health adds life to years” sottolinea in particolare l’importanza, per una società globale in cui la vita media è in progressivo aumento, di incrementare sì la speranza di vita ma una speranza di vita in buona salute, libera da malattia (come dice lo slogan: “la buona salute aggiunge vita agli anni”).
Per favorire un invecchiamento sano e attivo sono necessarie iniziative su più fronti. Da un lato i decisori devono supportare strategie volte a sostenere una diversa concezione del ruolo dell’anziano (non più peso ma “risorsa” della società) dall’altro i singoli devono diventare protagonisti della propria salute adottando stili di vita sani sin da giovani, utilizzando i programmi di prevenzione individuali (screening) e partecipando alla vita della famiglia e della comunità.
L’attività fisica è uno dei più forti predittori di invecchiamento sano:
- aiuta a prevenire le malattie croniche e cardiovascolari
- rafforza l’apparato osteoarticolare e muscolare e dunque migliora l’agilità e l’equilibrio, diminuendo il rischio di infortuni
- migliora il benessere psicologico, riducendo ansia, depressione e senso di solitudine
- il rafforzamento del coinvolgimento sociale.
Nel 2010 l’Oms ha pubblicato Global recommendations on Physical activity for Health (leggi l’approfondimento su Azioni) in cui definisce i livelli di attività fisica raccomandata per la salute per tre gruppi di età: bambini e ragazzi (5-17 anni), adulti (18 - 64 anni), anziani (dai 65 anni in poi). Per gli ultra 65enni le indicazioni parlano di almeno 150 minuti alla settimana di attività moderata o 75 di attività vigorosa (o combinazioni equivalenti delle due) in sessioni di almeno 10 minuti per volta, con rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari da svolgere almeno 2 volte alla settimana. L’avvertenza è però quella di svolgere anche attività orientate all’equilibrio per prevenire le cadute e, per chi fosse impossibilitato a seguire in pieno le raccomandazioni, fare attività fisica almeno 3 volte alla settimana e adottare uno stile di vita attivo adeguato alle proprie condizioni.
Dunque, fare esercizio fisico porta a invecchiare meglio sia fisicamente che psicologicamente. E per muoversi non c’è bisogno di fare una attività sportiva vera e propria ma sono sufficienti anche semplici movimenti quotidiani come camminare, andare in bicicletta, fare i lavori domestici, ballare, fare giardinaggio.
Per far sì che gli anziani vivano in modo indipendente è importante agire sull’accessibilità degli ambienti di vita e di lavoro, favorendo i bisogni dei meno giovani. Per esempio: rendendo fruibili i trasporti pubblici e predisponendo a livello urbanistico un ambiente che abbatta le barriere e favorisca il movimento. Su queste tematiche lavora il Global Network of Age-friendly Cities and Communities dell’Oms e la rete Città sane dell’Oms Europa.
Molti sono gli studi che parlano dell’associazione tra healthy ageing e attività fisica. Su Azioni in questi anni sono state pubblicate delle riflessioni al riguardo. Tra queste:
- “Più veloce il cammino, più lunga la vita”, riporta i risultati di un gruppo di studiosi secondo cui la misura di una performance fisica, la velocità della normale camminata, consente di migliorare la stima della sopravvivenza in pazienti anziani
- “L’esercizio fisico ci può mantenere giovani?”, racconta un’interessante ricerca, condotta dall’università dell’Ontario, sull’influenza dell’esercizio fisico in un gruppo di topi geneticamente condizionati a invecchiare precocemente
- “Ringiovanire con l’attività fisica”, scherzosamente azzarda una cura anti age spiegando come, grazie all’esercizio fisico, è possibile rallentare il fisiologico calo del massimo consumo di ossigeno (VO2max), indicatore globale di funzionalità), che accompagna l’avanzare dell’età.
Oltre che sulle pagine del sito dell’Oms dedicate a “attività fisica e anziani”, materiale interessante su attività fisica e invecchiamento si trova anche nelle presentazioni di due relatori interventi al corso di formazione organizzato da Azioni a Verona il 18-19 febbraio 2010:
- Alimentazione, attività fisica, invecchiamento (ppt 2,5 Mb)
Mauro Zamboni e Vincenzo Di Francesco - Clinica Geriatrica Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona - La valutazione del movimento nella promozione della salute (ppt 1,2 Mb)
Silvia Pogliaghi - Medico dello sport, Ricercatrice Facoltà di Scienze Motorie Università di Verona.
Leggi anche l'approfondimento dedicato alla Giornata su EpiCentro e sul sito del Ccm.